Che cos’è?
L’ansia costituisce una risposta funzionale a situazioni oggettivamente pericolose, in quanto genera l’allerta necessaria per affrontare un pericolo. In tal senso, essa ha una funzione adattiva ovvero stimola la vigilanza, l’attenzione e l’impegno e ci tiene a distanza da situazioni pericolose grazie all’attivazione di reazioni fisiologiche di allarme.
Pertanto, si osserva ansia patologica (disturbo d’ansia) nell’infanzia quando essa:
- non è generata da stimoli oggettivamente pericolosi;
- genera comportamenti disadattavi;
- non è originata da paure tipiche e frequenti nei bambini;
- è osservabile anche se non viene chiaramente percepita e verbalizzata (la consapevolezza non è necessaria in età evolutiva).
Le manifestazioni comportamentali comprendono:
- Reazioni fisiche quali tachicardia, ipertensione arteriosa, tensione muscolare, sensazione di soffocamento, nausea e vomito, su cui si può intervenire attraverso tecniche di controcondizionamento e desensibilizzazione sistematica, ristrutturazione cognitiva, biofeedback (informazioni immediate e dettagliate) su parametri fisiologici, tecniche di rilassamento, esposizione in immaginazione a situazioni ansiogene.
- Risposte comportamentali di fuga ed evitamento delle situazioni temute, su cui si può intervenire mediante tecniche di esposizione e rinforzamento differenziale dei comportamenti adattivi.
- Sintomi cognitivi (su cui si può intervenire con la terapia razionale-emotiva)
- pensieri negativi, irrealistici e catastrofici;
- interpretazioni distorte dei dati di realtà;
- distorsioni negative nell’interpretazione degli eventi;
- instabilità e sbandamento;
- derealizzazione e depersonalizzazione;
- paura di perdere il controllo ed impazzire;
- ridotte abilità di problem solving, di pianificazione e astrazione.
Nei bambini, i disturbi d’ansia si manifestano anche sottoforma di irritabilità, aggressività e lamentele somatiche. Nell’iter diagnostico, è importante porre attenzione alle frequenti comorbilità con altri disturbi quali ADHD, Disturbi del Sonno e Disturbi Specifici di Apprendimento.
1. Disturbo d’Ansia da Separazione
I bambini che presentano questo disturbo presentano un’eccessiva difficoltà a separarsi dalle figure di attaccamento, evidente con sintomi fisici, comportamentali e cognitivi.
Essi manifestano ansia eccessiva ogni qualvolta devono separarsi dalle figure di attaccamento, evidente da sintomi quali nausea, tremito, senso di paura, e aspettative di eventi catastrofici. Spesso le crisi d’ansia da separazione impediscono a questi bambini di frequentare la scuola (non è Fobia Sociale) e di addormentarsi in assenza del genitore (non è una Fobia Specifica). L’idea di staccarsi dal genitore crea panico in questi bambini.
Affinchè si possa parlare di Ansia da Separazione è necessario che siano presenti i seguenti sintomi:
- ansia inappropriata ed eccessiva per la separazione dalle figure di attaccamento;
- conseguenti difficoltà a stare in qualsiasi luogo lontani dai genitori (scuola, dormire nella propria camera);
- preoccupazione irrealistica e persistente di perdita di uno o entrambi i genitori e/o paura che possa accader loro qualcosa di brutto;
- incubi connessi alla separazione.
Tali sintomi devono durare da almeno 4 settimane, devono provocare disagio familiare, sociale, scolastico e lavorativo. L’esordio deve essere collocabile prima dei 18 anni
2. Ansia Sociale
Spesso questi bambini temono il giudizio degli altri (insegnanti, ma soprattutto compagni) sui loro insuccessi, a tal punto da provocare chiusura e isolamento, che impedisce loro di andare a scuola , a causa di sensazioni quali soffocamento, vuoti allo stomaco e scoppi alla testa, panico. La caratteristica principale di questo disturbo è che lo stimolo ansiogeno è sempre di natura interpersonale: è tipica, ad es., la paura di arrossire di fronte al gruppo. Ne deriva il tentativo di esporsi il meno possibile a situazioni interpersonali, quali parlare in pubblico, mangiare davanti agli altri, leggere in classe, che possono produrre un senso di imbarazzo, umiliazione e fallimento.
L’Ansia Sociale è caratterizzata da paura marcata e persistente per situazioni sociali o prestazionali in cui il soggetto è esposto al possibile giudizio degli altri, che crea comportamenti di fuga ed evitamento di situazioni sociali. I sintomi fisici includono: senso di soffocamento, vampate, palpitazioni, tremori, mal di testa, attacchi di nausea e vomito, impressione di morire.
Spesso l’Ansia Sociale si manifesta in associazione con altri disturbi quali: altri Disturbi d’Ansia, Disturbi del Sonno, Disturbi dell’Alimentazione, Sintomi Depressivi.
3. Disturbo ossessivo-compulsivo (DOC)
Il bambino presenta ossessioni e compulsioni che devono essere presenti per più giorni per almeno due settimane di seguito, ed essere fonte di sofferenza o interferenza con le normali attività del soggetto.
I sintomi ossessivi devono avere le seguenti caratteristiche:
- devono essere riconosciuti dal soggetto come pensieri o impulsi propri;
- ci deve essere almeno un pensiero o atto al quale il soggetto resiste ancora senza successo, anche se possono essere presenti altri ai quali il paziente non resiste più;
- il pensiero o l’atto non deve essere in se stesso piacevole;
- i pensieri, le immagini o gli impulsi devono essere sgradevolemente ripetitivi.
Nei bambini che presentano questi disturbi sono presenti mille paure, che rendono necessari controlli accurati, ma insufficienti a rassicurarli del tutto. Sono frequenti paure di contaminazione, che portano i bambini a mantenersi distanti dall’ipotizzata fonte e ad eseguire rituali, come lavarsi continuamente le mani.
Tali rituali, che hanno la funzione di placare i sentimenti di angoscia, limitano la vita sociale, provocando isolamento e chiusura.
Negli adulti è necessario che vi sia consapevolezza razionale dell’assurdità delle paure e dei pensieri, nei bambini, invece, sebbene nella maggior parte dei casi vi sia consapevolezza dell’irrazionalità delle ossessioni, questo non costituisce un criterio diagnostico.
Le ossessioni più frequenti riguardano la contaminazione, l’aggressività, la sessualità, la scrupolosità, l’eccessiva religiosità (es. bisogno ossessivo di confessione).
Le compulsioni, invece, possono manifestarsi sia in comportamenti che in operazioni mentali (es. contare) e riguardano frequentemente il ripetere, il toccare, il contare, l’ordinare, l’accumulare e il pregare. Nei bambini i rituali riguardano soprattutto pratiche di addormentamento e le ossessioni soprattutto pensieri di morte.
La diagnosi richiede, inoltre, l’accertamento del fatto che i sintomi provochino un marcato disagio e una significativa interferenza nella vita quotidiana.
Spesso il disturbo ossessivo compulsivo si manifesta in associazione con altri disturbi quali: Disturbi d’Ansia soprattutto Fobie, ADHD, Disturbi Depressivi, Disturbi Specifici dell’Apprendimento.
4. Disturbo post-traumatico da stress (PTSD)
Il bambino prova ansia estrema dovuta all’esposizione ad uno stressor estremo e/o un evento traumatico (maltrattamenti, abusi fisici e sessuali, violenza domestica ed extradomestica, disastri naturali, guerre).
I sintomi includono:
- continuo rivivere lo stressor in modo persistente nei sogni, giochi e nei disegni;
- evitamento degli stimoli legati al trauma;
- attenuazione della reattività generale;
- paura, orrore e impotenza;
- comportamento disorganizzato e agitato;
- ritiro sociale;
- regressione a fasi precedenti dello sviluppo (es. perde il controllo sfinterico acquisito);
- terrori notturni;
- difficoltà di concentrazione;
- anomalie gravi del sonno;
- ipervigilanza;
- aggressività.
5. Disturbo d’Ansia Generalizzato (DAG)
Tale disturbo è caratterizzato da uno stato di eccessiva ansia e di preoccupazione immotivata ed irrealistica. La preoccupazione può riguardare eventi futuri (verifica scolastica o visita medica) o eventi già verificatisi (interrogazione, interazione con amici), situazioni nelle quali può essere messa in dubbio l’adeguatezza del comportamento tenuto. La preoccupazione può riguardare l’arrivare tardi, l’aver sbagliato qualcosa, il non essersi comportato bene, l’aver fatto qualcosa di sbagliato.
Per una diagnosi di Ansia Generalizzata il bambino deve presentare sintomi di ansia nella maggior parte dei giorni per almeno due settimane di seguito.
In particolare i bambini devono sperimentare:
- Un senso forte di angoscia, apprensione, preoccupazione e aspettative del peggio, che porta il bambino a sentirsi irritabile e ad aver bisogno che qualcuno lo rassicuri.
- Tensione motoria: irrequietezza, cefalea, tremore, incapacità di rilassarsi.
- Iperattività vegetativa: sensazione di testa vuota, sudorazione, tachicardia, malessere
epigastrico, capogiri, bocca secca.
Il DAG è più facilmente riscontrabile in contesti che avanzano elevate richieste prestazionali. Tale disturbo presenta spesso comorbilità con altri Disturbi d’Ansia, Depressione e ADHD;
6. Sindrome Fobica
È un disturbo caratterizzato da eccessiva e persistente paura nei confronti di particolari oggetti, animali o situazioni che interferisce con il normale funzionamento del bambino e con la vita dei familiari. Ad esempio, la fobia dei cani potrebbe costringere un bambino a fare un tragitto più lungo per andare a scuola pur di non passare davanti ad una villetta nel cui cortile vi è un cane che abbaia ai passanti.
7. Disturbo da Attacchi di Panico
È caratterizzato dall’insorgenza improvvisa di paura o terrore intenso, spesso associato ad un senso di pericolo imminente o di minaccia.
La manifestazione clinica rappresentata dagli attacchi di panico spontanei non differisce sostanzialmente da quella riscontrabile nell’adulto. Anche nel bambino l’attacco di panico è caratterizzato dalla comparsa improvvisa di una sensazione di panico accompagnata da un crescendo di sintomi fisici e cognitivi che raggiungono l’apice nell’arco di pochi minuti. L’attacco di panico è un evento generalmente di breve durata (5-15 minuti), con una sintomatologia successiva caratterizzata da astenia, capogiri e sensazione di testa confusa.
All’esordio del disturbo, generalmente gli attacchi di panico si presentano in maniera inattesa e imprevedibile. Il ripetuto succedersi di attacchi conduce spesso allo sviluppo della cosiddetta ansia anticipatoria, intesa come paura di avere un attacco di panico che accompagna il soggetto fra un attacco e l’altro, e ad una significativa quota di ansia da separazione. L’ansia anticipatoria è caratterizzata dalla presenza di apprensione, tensione psichica e sintomi fisici di attivazione neurovegetativa.
A livello comportamentale si sviluppano risposte di evitamento fobico di situazioni o luoghi in cui il bambino potrebbe avere un attacco di panico e non trovare aiuto o non poter scappare. Nei bambini tendono a manifestarsi condotte di evitamento fobico verso la scuola, verso luoghi situati al di fuori dell’ambiente domestico e, in particolare, la necessità di un compagno (genitore) se si trovano lontani da casa.
8. Disturbo dell’adattamento con ansia
Sintomatologia ansiosa che si verifica in risposta a stressor situazionali (come ad esempio, la separazione di genitori), verificatisi non più di tre mesi prima delle reazioni disadattive. A differenza del Disturbo Post-traumatico da Stress (PTSD) gli stimoli e i sintomi sono più lievi e manca il rivivere il trauma.
Quando nasce e chi colpisce?
Gli studi clinici indicano che i sintomi d’ansia sono frequenti nella popolazione infantile generale.
Perché nasce?
La letteratura individua alcuni fattori predisponenti:
- fattori genetici: predisposizione biologica;
- fattori ambientali: condizioni di vita stressanti e ansiogene; eventi e microeventi traumatici; modalità educative eccessivamente tolleranti e/o atteggiamento genitoriale intrusivo e iperprotettivo; stile di attaccamento insicuro-ambivalente,scarsa affettività intrafamiliare; eccessiva valorizzazione degli studi e dei risultati scolastici; genitori con scarse abilità sociali; tensioni con insegnanti o compagni; episodi di bullismo subiti.
- fattori di personalità: emotività; immaturità; eccessiva dipendenza;
- esperienze negative precoci: inadeguate modalità educative di rinforzo; apprendimento vicario/osservativo (genitori ansiosi); apprendimento dell’ansia per modellamento; genitori carenti nelle abilità sociali
Quali conseguenze?
Nei casi sfavorevoli vi può essere un’evoluzione in senso depressivo con drammatiche conseguenze sullo sviluppo relazionale, cognitivo ed affettivo del bambino, compromissione del funzionamento sociale e personale ed una maggiore e più evidente sofferenza soggettiva.