Che cos’è?
Il Disturbo d’Ansia Generalizzato è caratterizzato da ansia e preoccupazioni eccessive per svariati tipi di eventi o attività (prestazioni lavorative, scolastiche, sociali, ecc.) che si manifestano tutti i giorni da almeno 6 mesi (DSM-IV). Le preoccupazioni sono ritenute eccessive quando hanno contenuti catastrofici e la persona percepisce difficoltà nel controllarle. Esse sono accompagnate da almeno tre dei seguenti sintomi (DSM-IV):
- irrequietezza;
- facile affaticabilità;
- difficoltà a concentrarsi o vuoti di memoria;
- irritabilità;
- sonno disturbato;
- tensione muscolare.
Solitamente il decorso è cronico e, in questi casi, le persone tendono ad attribuire al proprio carattere la tendenza a preoccuparsi molto e ad avere piuttosto uno stile ansioso sottovalutando, quindi, la rilevanza del disturbo. In alcuni casi, invece, il disturbo ha un andamento più incostante e si presenta soprattutto nei periodi di forte stress.
I processi mentali che caratterizzano e mantengono il disturbo sono i pensieri negativi catastrofici (a lavoro andrà tutto male, l’interrogazione sarà sicuramente un disastro, non riuscirò mai ad avere un buon rapporto con gli altri, ecc.) poiché provocano nella persona uno stato continuo di forte preoccupazione.
I pensieri negativi e le emozioni spiacevoli che ne scaturiscono provocano nella persona il desiderio di rassicurarsi e, tipico del Disturbo d’Ansia Generalizzato, è il ricorso in questi casi a diversi tentativi per scongiurare o sottrarsi all’evento temuto:
- Le rimuginazioni sono pensieri che in una prima fase del disturbo fungono da rassicurazione (es.: le cose andranno bene), mentre con il passare del tempo, via via che il ricorso a esse diventa massiccio, diventano intrusivi, difficili da contenere e completamente scollegati dal contesto. La persona, quindi, inizia a valutare negativamente le proprie preoccupazioni e comincia a preoccuparsi delle proprie ruminazioni e del proprio stato di preoccupazione valutandole, a volte, come primi segni di pazzia.
- Gli evitamenti sono i tentativi di sottrarsi alle situazioni (es.: evitare un’interrogazione, rimandare una questione di lavoro, ecc.),
- I tentativi di blocco del pensiero sono finalizzati a sopprimere i pensieri catastrofici,
- Le richieste di rassicurazioni esterne sono un tentativo di ottenere delle conferme che le catastrofi temute non si verificheranno. Anche in questo caso, si tratta di tentativi “ingenui” di soluzione del problema. Questi comportamenti, pur contribuendo momentaneamente alla riduzione delle preoccupazioni e dell’ansia, a lungo andare mantengono e rinforzano il problema. Nella ricerca di rassicurazioni, molto spesso la persona potrebbe ottenere risposte contrastanti dai vari interlocutori, con un aumento, piuttosto che una diminuzione, delle preoccupazioni.
Quando nasce e chi colpisce?
Il disturbo tende a manifestarsi per la prima volta in un periodo d’età compreso tra l’adolescenza e i 30 anni. Viene diagnosticato più frequentemente nelle donne che negli uomini.
Perché nasce?
Di solito non esiste un’unica causa del disturbo ma sembrano piuttosto confluire più fattori di rischio quali le caratteristiche di personalità e i fattori genetici, gli stili educativi dei genitori, la tendenza a utilizzare uno stile di pensiero catastrofico, il verificarsi di particolari stress emotivi in conseguenza a cambiamenti di vita (es. fine di una relazione sentimentale, cambio di città, ecc.).
Quali conseguenze?
Il Disturbo d’Ansia Generalizzato interferisce in modo significativo sulla qualità di vita della persona perché le preoccupazioni diffuse a molti ambiti di vita lo portano ad evitare una serie di situazioni, provocando un deterioramento del funzionamento lavorativo e nelle relazioni sociali.