Che cos’è?
I ragazzini che presentano questo disturbo esibiscono una forte aggressività, manifestano comportamenti antisociali e una persistente violazione dei diritti fondamentali degli altri o delle regole sociali condivise dalla comunità in cui vivono.
A differenza dei soggetti DOP, essi non si limitano alle provocazioni, alle prepotenze, al rifiuto dell’autorità, ma manifestano comportamenti che sconfinano nella violenza e nella crudeltà. Possono provocare danni fisici a persone e animali, rivolgere la propria distruttività verso gli oggetti o le proprietà altrui, incendiandole, danneggiandole con il preciso intento di causarne una grave compromissione, o solo per la voglia di divertirsi.
Hanno scarsa empatia e scarsa attenzione per i sentimenti, il benessere e i desideri degli altri, si mostrano pronti a manipolare chi gli sta vicino, al fine di ottenerne dei vantaggi, e raramente mostrano sensi di colpa o rimorsi per i loro comportamenti.
Per porre diagnosi di DC il bambino o l’adolescente devono esibire tali comportamenti per almeno 6 mesi ciò deve causare un
impoverimento del loro funzionamento sociale e lavorativo/scolastico.
Se l’esordio è precoce il quadro clinico è più grave: sono presenti menomazioni più marcate nel funzionamento sociale, maggiori problemi temperamentali, cognitivi e neuropsicologici, oltre che una storia familiare per tale disturbo, e ambienti familiari peggiori. La prognosi, in questo caso, è peggiore dei casi di DC ad esordio adolescenziale.
Nella diagnosi è importante tener conto della frequente comorbilità con l’ADHD ed effettuare una diagnosi differenziale con i disturbi dell’umore, per le comuni caratteristiche di irritabilità, agitazione e comportamenti aggressivi.
Quando nasce e chi colpisce?
I dati mostrano una frequenza maggiore dei comportamenti tipici di tale disturbo nei maschi d’età inferiore ai 18 anni, rispetto alle femmine. In genere si riscontra una maggiore diffusione negli ambienti urbani, piuttosto che in quelli rurali, e nei contesti con condizioni socioeconomiche medio-basse. È dimostrato, inoltre, che i figli di genitori con Disturbo Antisociale di Personalità e Dipendenza da Alcool, ne sono colpiti molto più frequentemente rispetto ai coetanei che hanno al loro fianco figure di accudimento più stabili e affidabili.
Perché nasce?
Le cause del disturbo sono riconducibili ai seguenti fattori:
- Fattori parentali: condizioni familiari caotiche, liti frequenti tra i genitori, norme educative contraddittorie, disciplina molto rigida e da maltrattamenti fisici o sessuali; ecc.
- Fattori socioculturali: condizioni socioeconomiche basse che portano i giovani a vedersi negata la possibilità di raggiungere lo status sociale desiderato per vie legittime, decidendo così di intraprendere strade socialmente inaccettabili.
- Fattori psicologici: il rifiuto e l’abbandono portano questi ragazzi ad essere arrabbiati con il mondo e a non tollerare le situazioni frustranti. Avendo un equilibrio interno molto instabile, non mostrano interesse per gli altri e non presentano alcun tipo di rimorso.
- Fattori neurobiologici: in alcuni bambini con Disturbo della Condotta è stata osservata una ridotta funzione noradrenergica.
- Abuso e maltrattamento: soggetti che sono stati esposti a violenze e maltrattamenti fisici possono, avere delle difficoltà ad esprimere verbalmente le loro emozioni ed i loro sentimenti.
Quali conseguenze?
A causa del loro egoismo e della loro incapacità ad instaurare relazioni durevoli, positive e stabili si ritrovano spesso ad essere isolati. Cercano, così, rifugio nelle bande, aggravando ancor più la loro condizione di disadattati.
Inoltre tale disturbo è associato ad una scarsa inibizione sessuale, all’utilizzo precoce di stupefacenti, di alcool, ad attività molto pericolose, a idee e tentativi di suicidio.