Che cos’è?
La diagnosi di Disturbo dell’Adattamento (DA) è appropriata nei casi in cui, entro tre mesi dall’esordio di un evento stressante, come la separazione dei genitori, o una malattia, si presenti una reazione di disadattamento che si manifesta con sintomi simili al Distrubo della Condotta (per es. assenze ingiustificate da scuola, vandalismo, guida spericolata, risse, inadempienza verso le responsabilità legali), ma con durata più breve e prognosi migliore.
Il DSM-IV elenca sei sottotipi.
- Il DA più frequentemente diagnosticato è quello con Umore Depresso e riguarda disturbi dove predominano stato depressivo, pianto, sentimenti di disperazione.
- Il DA con Ansia riguarda casi di tensione, preoccupazione, irrequietezza, nervosismo, paura di separazione nei bambini.
- Il DA con Ansia e Umore Depresso Misti presenta sintomi combinati dei due precedenti.
- Il DA con Alterazione della Condotta riguarda soprattutto adolescenti, dove la reazione dolorosa a cambiamenti o eventi con impatto emozionale può comportare risposte aggressive, provocatorie, assenze da scuola, vandalismi, violazioni della legge o delle regole, alterazioni del comportamento in gruppo e in ambito scolastico.
- Il DA con Alterazione Mista dell’ Emotività e della Condotta presenta sintomi combinati dei precedenti, ad esempio ansia, depressione e alterazioni della condotta.
- DA non specificato riguarda reazioni maladattive (lamentele fisiche, ritiro sociale ecc.) a fattori psicosociali stressanti che non sono classificati negli altri sottotipi elencati.
Quando nasce e Chi colpisce?
Tale disturbo è più frequente negli adolescenti. Nei bambini può comportare aspetti regressivi del comportamento, come ad esempio tornare a succhiarsi il pollice o bagnare il letto.
Perché nasce?
Nell’età dello sviluppo comuni cause di DA sono difficoltà e insuccessi scolastici, separazioni e divorzio dei genitori, cambiamenti nel rapporto con fratelli o genitori, morte di un nonno, inizio della scuola, cambiamenti di classe o di scuola, cambiamenti nella vita di gruppo.
Altre cause sono rintracciabili nell’ incoerenza educativa: alternanza di atteggiamento passivo nei confronti dei comportamenti aggressivi del bambino e momenti di aggressività esplicita che sconfina nel rifiuto; relazioni affettive povere; modalità relazionali contraddittorie del caregiver, a volte passivo e sottomesso, altre eccessivamente aggressivo e rifiutante.
L’elemento chiave per tutti i DA è l’incapacità del soggetto di affrontare e superare l’evento ed è questo, e non l’evento in sé la causa del disturbo.
L’esperienza clinica suggerisce che i fattori favorenti un maggior rischio di sviluppo di DA sono costituiti da eventi o cambiamenti con elevato valore soggettivo (simbolico), da ridotte o compromesse capacità di gestione dell’evento o crisi, da ridotto senso di controllo sulla situazione, da percezione di perdita, da bassi livelli di supporto familiare e sociale, da altri eventi stressanti negativi pregressi o concomitanti.
Quali conseguenze?
Per definizione il DA ha durata limitata e buona prognosi. Se l’evento traumatico persiste il DA può continuare. Se i sintomi si aggravano e la funzionalità è ulteriormente compromessa, si entra in categorie di maggiore gravità psicopatologica: un DA con Umore Depresso può evolvere in una diagnosi di Depressione Maggiore e un DA con Ansia in un Disturbo d’Ansia Generalizzato.