Che cos’è?
Il disturbo distimico era considerato in passato come nevrosi depressiva o depressione reattiva. È una forma attenuata di depressione, meno grave del Disturbo Depressivo Maggiore, ma non spiegabile solo come reazione provvisoria da un evento critico. Si parla di Disturbo Distimico se l’umore depresso è evidente per la maggior parte dei giorni, quasi tutti i giorni, da almeno 1 anno e quando vi sono due o più dei seguenti sintomi:
- scarso appetito o iperfagia;
- insonnia o ipersonnia;
- scarsa energia o astenia;
- bassa autostima;
- difficoltà di concentrazione o nel prendere decisioni;
- sentimenti di disperazione.
Inoltre, si è in presenza di tale disturbo se durante l’anno considerato il bambino non è mai stato privo dei sintomi descritti per più di due mesi alla volta, se non è stato presente un episodio depressivo maggiore; e se vi è un disagio significativo o una compromissione sociale, scolastica o in altre aree importanti della vita del bambino.
Va sottolineato che i bambini e gli adolescenti con Disturbo Distimico sono di solito anche irritabili ed eccentrici oltre ad avere umore flesso, pessimismo, bassa autostima e capacità sociali limitate.
Disturbi associati secondo il DSM sono il Disturbo da Deficit dell’Attenzione/Iperattività, Disturbi della Condotta, Disturbi d’Ansia, Disturbi dell’Apprendimento, Ritardo Mentale.
Quando nasce e chi colpisce?
È ad esordio precoce quando i sintomi distimici esordiscono prima dei 21 anni. Nei bambini il Disturbo Distimico si presenta nello stesso modo in entrambi i sessi.
Perché nasce?
Vi sono diversi fattori scatenanti il problema che possono verificarsi simultaneamente:
- Fattori biologici: riduzione di dopamina-noradrenalina e serotonina, disfunzioni endocrine, gh anomalo).
- Familiarità: disturbi psicopatologici nei genitori, soprattutto della madre, atteggiamenti iperprotettivi e soffocanti verso il figlio.
- Storia personale del bambino: stile educativo rigido, con genitori oppressivi, severi e poco empatici, lutto in famiglia, separazioni importanti, genitori emotivamente distanti, eventi critici che riducono la disponibilità emotiva del genitore, malattie croniche, violenze e abusi, eccessivo carico scolastico, soprattutto in presenza di un funzionamento intellettivo limite, stili relazionali disfunzionali. Sebbene non è stata riscontrata una relazione univoca tra attaccamento insicuro e psicopatologia, è dimostrato che la mancanza di sensibilità genitoriale e di sintonizzazione con il bambino sono fattori che predispongono all’insorgenza di disturbi depressivi.
- Fattori cognitivi-emozionali: eccessiva reattività agli stressor ambientali, elaborazione cognitiva ed emotiva drammatica di un evento critico, distorsione cognitiva negativa dell’interpretazione degli eventi, senso di impotenza, incapacità di produrre esperienze piacevoli e di evitarne avversive, comportamenti di fuga ed evitamento, svalutazione di sé e tendenza all’isolamento, mancanza di strategie di coping efficaci, visione irrimediabilmente negativa del futuro, stili di attribuzione disfunzionali (ad es. tendenza ad attribuire a se stesso la causa degli insuccessi personali e al caso i successi, la tendenza a generalizzare un problema in un’area di vita a tutte le aree esistenziali, la tendenza a considerare immodificabili certe problematiche), bassa autostima nelle aree interpersonale e scolastica, bassa autoefficacia e bassa capacità di provare soddisfazione per i successi.
Quali conseguenze?
Vi possono essere drammatiche conseguenze sullo sviluppo relazionale, cognitivo ed affettivo del bambino, compromissione del funzionamento sociale e personale, con interferenze negative nelle prestazioni scolastiche e nelle interazioni sociali.