Cos’è?
Per i disturbi mentali attualmente sono a disposizione diverse classi di farmaci:
- antidepressivi per la Depressione, i Disturbi d’Ansia o i Disturbi dello spettro ossessivo.
- ansiolitici per i Disturbi d’Ansia, insonnia e attacchi di panico
- stabilizzatori dell’umore per i Disturbi dell’umore di tipo bipolare
- psicostimolanti per i Disturbi dell’attenzione
- antipsicotici per i Disturbi psicotici e non (Disturbi dell’Umore, Disturbo Ossessivo-Compulsivo, Schizofrenia).
La sovrapposizione dei vari tipi di azione farmacologica fra una classe e l’altra fa sì che un farmaco appartenente a una classe possa venire efficacemente usato anche per i disturbi di un’altra categoria. Questo tipo di utilizzo, a volte consentito, potrebbe provocare effetti collaterali indesiderati dei quali è bene che il paziente sia al corrente prima dell’inizio dell’eventuale trattamento farmacologico.
Quando?
Gli psicoterapeuti cognitivo-comportamentali sono spesso favorevoli all’uso integrato di farmaci e psicoterapia.
Per alcune persone può essere necessario ottenere una parziale riduzione dei sintomi mediante farmaci prima di impostare una psicoterapia efficace.
Al trattamento farmacologico si affianca la psicoterapia:
– quando il trattamento farmacologico fallisce, pur essendo stato eseguito correttamente, come avviene nel 10-30% dei casi di Disturbo di Panico, Disturbo Ossessivo Compulsivo e Depressione,
– nei casi di patologie importanti, come i Disturbi Bipolari o le Psicosi, in cui il paziente ha accusato come, conseguenza del trattamento farmacologico, una perdita dell’auto-stima, insicurezza, difficoltà nei rapporti sociali e non c’è un recupero spontaneo in queste aree anche dopo la risoluzione della sintomatologia.
Farmaci e psicoterapia vengono integrati, invece, fin dall’inizio quando le due terapie insieme hanno maggiori probabilità di successo di ciascuna singolarmente, come nel caso dei disturbi alimentari; quando concomita abuso di alcol o sostanze; quando, accanto ai problemi clinici, si evidenziano problematiche psicologiche ed esistenziali o quando è la persona a chiederlo espressamente.
La ricerca ha ampiamente dimostrato la migliore efficacia dei trattamenti combinati, rispetto ad entrambi i trattamenti da soli.
Se possibile, tuttavia, si preferisce provare con la sola psicoterapia prima di prescrivere i farmaci.
In ogni caso è stato dimostrato che la PCC è efficace nel produrre modifiche a livello neuronale almeno quanto tali farmaci, ma estremamente più efficace nel prevenire le ricadute, frequenti soprattutto dopo la sospensione di un trattamento farmacologico.
Perché?
Obiettivo della terapia integrata è,
- ridurre la sintomatologia che i farmaci da soli non sono riusciti a eliminare,
- potenziare l’azione dei farmaci per ottenere risultati migliori e più duraturi,
- favorire la conoscenza della malattia e delle cure,
- favorire la conoscenza di se stessi e facilitare i processi di cambiamento,
- favorire la modifica di stili di vita errati che aumentano il rischio di ricadute,
- sostenere il pieno recupero sul piano sociale e lavorativo.